Svelata la geometria del sito di El-Giza

<p align="justify">Negli ultimi decenni lo studio degli enigmi legati alle antiche civiltà ha conosciuto un notevole sviluppo, sia quantitativo sia qualitativo. Le ricerche di valenti studiosi hanno evidenziato che molti siti archeologici, sparsi in tutto il mondo, rivelano la loro struttura originale solo da una vista dall’alto. L’analisi di una foto aerea ha permesso di stabilire che con altissima probabilità le piramidi di Khufu, Khafre e Menkaure sono disposte secondo lo schema della "cintura" della costellazione di Orione (teoria della correlazione di Orione di Robert Bauval). <br /> La particolare ricostruzione che mi accingo a descrivere si fonda proprio sulla piantina del sito di El-Gîza, il luogo in cui sorgono le tre famose piramidi appena citate. <br /> Avevo visto la planimetria in questione innumerevoli volte, ma un giorno notai un particolare che per me era fonte di alcuni dubbi non propriamente definiti. Era un po’ di tempo che nel vedere la mappa della grandiosa necropoli percepivo un qualcosa di anomalo. <br /> <br /> Esiste un’evidente "dissimmetria" nell’intero sito. Tale anomalia è causata dalle così dette strade cerimoniali o strade sacre o rampe <a href="https://www.egittologia.net/imgdb/osirideriv1_big.GIF" target="_blank">(FIGURA 1)</a>. Queste vie sono legate alle rispettive piramidi. Ogni mausoleo è completo solo se si considerano anche i monumenti che lo circondano, perché ogni piramide è in realtà un complesso funerario costituito da più elementi. E le rampe sono elementi importantissimi in quanto, secondo le teorie, erano il tragitto che il defunto faraone percorreva prima della sepoltura nei grandiosi monumenti. Le strade sacre costituivano l’ultimo "legame" terreno del sovrano prima del risveglio nel regno di Osiride. Per la teologia egizia queste parti della necropoli reale dovevano avere un’importanza notevole, proprio per il carattere simbolico e sacro, in altre parole rappresentavano la mutazione del re in Osiride. Le rampe conducevano il sovrano alla rinascita eterna nel regno del dio dell’oltretomba. <br /> <br /> L’orientamento delle strade cerimoniali introduce la detta "dissimmetria". Cercando una logica nella disposizione delle rampe, possiamo affermare che un orientamento sensato e coerente sarebbe stato l’est, il sorgere del sole, simbolo della rinascita del sovrano dopo la morte. Guardando la piantina del sito di El-Gîza ci si accorge che solo la rampa della piramide di Micerino è disposta verso il sole nascente, mentre quella di Cheope è indirizzata a nord-est e quella di Chefren verso sud-est. Perché tutto ciò? L’enigma può trovare spiegazione guardando il sito da un’altezza ancora maggiore, cioè allargando la visuale sull’intera zona. <br /> In tale prospettiva lo strano orientamento sembra suggerire un messaggio, un’indicazione. Se, infatti, prolunghiamo graficamente le tre rampe, noteremo che esse s’incontrano in punti precisi <a href="https://www.egittologia.net/imgdb/osirideriv2_big.GIF" target="_blank">(FIGURA 2)</a>. <br /> <br /> <br /> La grafica emersa evidenzia la presenza di elementi geometrici elementari, quali diagonali e basi. Precisamente possiamo associare le diagonali alle rampe di Khufu e Khafre, mentre la base è Menkaure. Il dato può apparire assurdo (posso capire lo stupore ed il dubbio) ma la schematizzazione emersa sembra inequivocabile. La situazione è molto più chiara se guardiamo la <a href="https://www.egittologia.net/imgdb/osirideriv3_big.GIF" target="_blank">(FIGURA 3)</a>, in cui notiamo che il rettangolo immaginario formatosi sull’area del sito è perfetto e centrato sui monumenti con orientamento est-ovest. <br /> Tutto ciò ha un significato? Esiste una logica? Sviluppando ulteriormente la ricostruzione grafica si giunge alla <a href="https://www.egittologia.net/imgdb/osirideriv4_big.GIF" target="_blank">(FIGURA 4)</a>, in cui è tracciata la perpendicolare alla base Micerino. <br /> <br /> Anche se la grafica sembra complicarsi ulteriormente, in realtà è stata tracciata una semplice riga nel punto centrale del rettangolo, centro individuato proprio dall’intersezione delle diagonali. La mediana tracciata divide in due parti uguali la figura geometrica ricavata partendo dalle rampe. Detto semplicemente il punto di incrocio delle diagonali è il punto in cui tracciare la retta che divide in due il rettangolo principale. <br /> Si nota chiaramente che il rettangolo formatosi ad est della perpendicolare, delimita l’area del sito come un recinto. <br /> La cosa ancora più sorprendente è che tale rettangolo non ha proporzioni casuali, ma è un rettangolo con base doppia rispetto l’altezza (lato lungo doppio rispetto il corto). <br /> Questa "casualità" è legata incredibilmente ad un particolare presente nella Camera del Re della piramide di Khufu: le misure del pavimento di detta camera sono di mt 10,46×5,23. La pianta della camera mortuaria ha forma rettangolare, con proporzioni uguali alla ricostruzione grafica (lato lungo doppio rispetto il corto). <br /> E’ chiaro, quindi, che la figura geometrica emersa non può essere casuale, dato che in realtà poteva benissimo emergere un rettangolo con proporzioni differenti a quelle trovate. Invece abbiamo un rettangolo con base doppia rispetto l’altezza, proprio come le proporzioni del pavimento della Camera del Re. <br /> Se le proporzioni coincidono, si potrebbe tentare di associare la grafica alla camera di Khufu. <br /> Così facendo siamo in presenza di due camere di sepoltura, una vera all’interno della piramide e una riprodotta sulla piana attraverso le non casuali proporzioni. <br /> Anche se la ricostruzione appare incredibile ma reale, sorge una domanda: esiste un sarcofago nella schematizzazione? Se nella Camere del Re vi è il sarcofago (alquanto enigmatico) probabilmente anche la ricostruzione grafica ha al suo interno un "sarcofago". La risposta ci viene sempre dal mausoleo di Cheope. La cassa in granito custodita nella Grande Piramide e ritenuta la sepoltura del potente sovrano, ha una strana ed unica caratteristica: il volume esterno di 2332,8 litri è esattamente il doppio del volume interno che è di 1166,4 litri. <br /> Questo dato sorprendente ci rimanda alla schematizzazione. E’ evidente il concetto di dividere, di considerare la metà. Il rettangolo ricavato dalle strade cerimoniali ci ha indotto a tracciare la mediana da cui è emerso il rettangolo dalle caratteristiche proporzioni. E’ sensato proseguire con gli stessi principi. Il ragionamento ci porta alla <a href="https://www.egittologia.net/imgdb/osirideriv5_big.GIF" target="_blank">(FIGURA 5)</a> in cui e tracciata la seconda mediana. Questa retta è data dalla sintesi dei concetti esposti e dai dati emersi. Gli antichi egizi ci hanno indicato il percorso attraverso le enigmatiche misure della Camera del Re della piramide di Cheope. <br /> Unendo la logica dello strano orientamento delle rampe e la logica delle strane misure racchiuse nell’imponente mausoleo, appare il disegno che ha ispirato la disposizione generale del sito di El-Gîza. I costruttori indicano la via da seguire attraverso due elementi strutturali della necropoli che racchiudono il concetto di metà: <br /> – le rampe, ovvero le diagonali che indicano il punto in cui tracciare la mediana; <br /> – il caratteristico volume del sarcofago, che indica la divisioni in due parti uguali della superficie. <br /> La seconda retta, tracciata sulla base dei concetti esposti, cade sopra la Sfinge, il vero inizio della necropoli, del sarcofago, cioè le tre grandiose piramidi. Ecco perché l’imponente monumento leonino è in quella posizione: in realtà vigila il riposo eterno degli dei (i faraoni) proprio all’inizio del sarcofago. La geometria conferma la ricostruzione in quanto, la divisione (generata dalla mediana dettata dal particolare volume del sarcofago) del rettangolo camera del re origina due quadrati. Questi sintetizzano al meglio il concetto di metà ed uguaglianza, inoltre, quello ad ovest di tale divisione delimita perfettamente le tre grandiose dimore divine. <br /> Com’è evidente, la necropoli reale di El-Gîza è stata edificata sulla base di un disegno generale complessivo. Gli enigmatici elementi architettonici sono tra loro legati da una sequenza geometrica precisa e rigorosa, prova dell’origine unitaria dell’immenso complesso funerario. <br /> <br /> Quella appena descritta è l’intuizione che mi ha permesso di evidenziare e quindi dimostrare che la necropoli di El-Gîza fu eretta a seguito di un sofisticato e pianificato progetto generale. Non è vero che le tre piramidi furono edificate separatamente da tre distinti faraoni solo per rimarcarne la loro grandezza divina, come oggi si sostiene in ambito ufficiale. Lo schema emerso dimostra chiaramente la non casualità della disposizione dei monumenti che costituiscono il grandioso complesso, compresa la precisa ubicazione della Sfinge. Questa, come ben si può notare dalla fig.5, è stata scolpita proprio in coincidenza della seconda mediana, la linea che divide il rettangolo in due quadrati e, come per la prima divisione, il riferimento è la Camera del Re della piramide di Cheope, precisamente il suo sarcofago. Sarcofago che è quasi imbarazzante chiamarlo così, visto che di "bara reale" non ha davvero niente. Gli unici elementi degni di nota nella cassa di granito, sono la particolare tecnica costruttiva e le stupefacenti misure legate al doppio e alla metà. Queste particolari proporzioni sono la genesi, la fonte ispiratrice dei progettisti di El-Gîza. Attenzione però: anche se applicato con concetti geometrici e numerici, il principio è religioso. Siamo in presenza di una necropoli, quindi siamo in presenza di Ka, il doppio spirituale. Le stesse piramidi, disposte secondo il disegno della costellazione di Orione (teoria di Bauval), sono il Ka di Osiride, perché nella concezione teologica degli egizi Orione era il doppio di Osiride. Non è strano, quindi, ritrovare il concetto di doppio (e di metà) sull’intero sito di El-Gîza, perché tutto il complesso si fonda su tale logica. Gli abili architetti egiziani hanno edificato le "tombe" degli dei, applicando materialmente il concetto spirituale di doppio, attraverso la geometria ed i numeri. Ciò non è assolutamente strano; anche le chiese cristiane applicano tale regola. Uniscono cioè un concetto puramente spirituale a quello materiale attraverso la realizzazione di chiese che, viste in pianta, riproducono il disegno della croce, simbolo supremo di cristianità. <br /> Per gli egizi, soprattutto per i faraoni dell’Antico Regno, massime divinità terrene, il divenire un’osiride dopo la morte era naturale, in quanto divinità supreme. Ecco che la disposizione delle piramidi secondo Orione-Osiride è logica.(così come è logica la pianta a croce delle chiese cristiane) perché Osiride era il dio massimo nell’aldilà, Horus in vita. Tutti i monumenti della piana di El-Gîza hanno quindi una logica precisa strettamente vincolata alla religione dell’oltretomba. E uno degli elementi su cui si fondava il culto egizio era proprio il ka. Gli architetti di El-Gîza hanno "coperto" o meglio velato, quasi mascherandone la presenza reale, i monumenti con il doppio, lo spirito. Le rampe celavano questa concezione immateriale proprio come lo spirito in un uomo è presente ma impercettibile. Ciò rispecchia la natura egizia. E’ parte della religione dell’oltretomba di quell’antico popolo. La cosa eccezionale è che i progettisti hanno celato il ka nell’orientamento delle rampe perché vogliono indicarci la via. Solo individuando il doppio, nascosto nelle vie cerimoniali, si aprono le porte dell’aldilà. In realtà la grafica descritta è il primo passo, la chiave di accesso al Duat. Affermo senza ombra di dubbio che la piana di El-Gîza è il Duat, la dimora eterna degli dei. Già molti ricercatori hanno ipotizzato che El-Gîza o un luogo preciso della necropoli sia da identificare con l’oltretomba egizio. Ora, credo proprio che luce sia stata fatta. Nel mio libro Osiride rivelato la grafica si sviluppa ulteriormente sino al luogo più importante del Duat: la quinta divisione. Il tutto è fatto senza forzature perché, individuata la chiave di accesso nell’aldilà, la via da percorrere è obbligata. Scopriamo così che la "casa di Sokar", ovvero la presunta sepoltura di Osiride, ha un’ubicazione precisa nella necropoli. La schematizzazione contiene, con una sequenza rigorosa, gli elementi della religione dei morti ovvero: il dio Anubi, il Ka, la bilancia di Maat, l’Ankh ed il pilastro Djed. I monumenti di El-Gîza sono disposti secondo una logica che rispecchia passo passo ciò che menziona il libro dell’Amduat. La necropoli è il Duat, la dimora eterna degli dei, gli osiride, i faraoni rinati nel firmamento (la cintura di Orione) <br /> <br /> E’ qui materialmente impossibile descrivere tutta la ricostruzione fatta, ma dagli studi da me compiuti si evince che tutto, nel sito, è stato minuziosamente pianificato da menti eccezionali. Addirittura i nomi di Khufu, Khafre e Menkaure sembrano avere una logica precisa nel contesto; non sono affatto casuali. Tutto ciò è minuziosamente spiegato in Osiride rivelato, anche se moltissime incognite rimangono aperte e numerosi perché attendono risposta. <br /> <br /> Per ulteriori informazioni : <a href="http://www.osiriderivelato.it" target="_blank">www.osiriderivelato.it</a></p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify"><strong>Gianluigi Guzzi </strong></p>

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