<p style="text-align: justify">Il nome italiano "Egitto", deriva dalla parola latina <i>Aegyptus</i> che a sua volta viene dal greco Αίγυπτος, <i>Aigyptos</i>. Il nome greco, potrebbe ancora essere una derivazione dall’egiziano antico.<br /> Di questa terra nera, (così chiamata per il fertile terreno nero depositato dalle piene del Nilo), ogni passo è una traccia di storia, e che storia! <br /> Possiamo appassionarci a innumerevoli fattori di questo diamante d’Africa, si vive l’arte e l’archeologia, nonché la spiritualità di un tempo degli Egiziani.</p> <div style="text-align: justify">Oggi, il 90% della popolazione è di fede musulmana; del rimanente il 10% sono cristiani copti; esistono piccolissime minoranze di ebrei, atei o agnostici.</div> <div style="text-align: justify">Ma un tempo.. regnava la regione politeista con una serie importante di divinità seguitamente elencate e descritte. Queste divinità, soprattutto una, il Dio sciacallo Anubis (o chiamato Yinepu o Anepu o Anpu o Inepu o Anepw, nei tempi moderni chiamato Anubis), la divinità che proteggeva le necropoli ed il mondo dei morti per cui veniva anche chiamato "Il Signore degli Occidentali".</div> <div style="text-align: justify">Anubi era raffigurato come un cane dal pelo di colore rosso e con grandi e triangolari orecchie con una lunga coda, in seguito fu raffigurato con il corpo da uomo e la testa di cane ribattezzata poi, da sciacallo, La testa era nera perchè questo colore indicava la putrefazione dei corpi, il bitume impiegato nella mummificazione ma anche il fertile limo, simbolo di rinascita. Ebbene noi vogliamo soffermarci sulla mummificazione in sé per sé, come solo gli Egizi sapevano fare, ma prima mi sembrava corretto, dare qualche cenno su questa gloriosa terra.</div> <div style="text-align: justify"> </div> <div style="text-align: justify">Nella mummificazione, il cadavere veniva bendato strettamente. Le bende venivano impregnate con gesso o resina.</div> <div style="text-align: justify">Così ha luogo la putrefazione e all’interno dell’involucro di bende resta uno scheletro.</div> <div style="text-align: justify"> </div> <div style="text-align: justify">Nell’immagine troviamo una mummia risalente alla fine del regno antico e inizio del I° periodo intermedio.</div> <div style="text-align: justify">La mummia è posta, però, in una posizione arcaica.</div> <div style="text-align: justify">L’ipotesi dell’utilizzo di questo procedimento è avvalorato dalla notevole quantità di corpi dei quali restano solo le bende che fungono da contenitore, al cui interno non rimangono altro che le ossa.</div> <div style="text-align: justify">Successivamente ci si è accorti che questo procedimento non portava, come abbiamo detto sopra, una mummificazione, per cui si è aggiunto un passaggio che consisteva nell’asportazione degli organi interni; in particolare dello stomaco, maggiore responsabile della crescita della flora batterica.</div> <div style="text-align: justify">Verranno qui citati, i procedimenti per l’imbalsamazione:</div> <ul> <li><b>Ablazione del cervello</b>: l’utilizzo o meno di questa pratica si può notare sottoponendo la mummia a una radiografia. La radiografia permette di vedere se all’interno del cranio è presente del tessuto essiccato o se sono stati effettuati degli interventi chirurgici (se il capo è stato asportato per decapitazione e poi ricomposto con l’aiuto di bastoni in legno, se l’osso etmoide è stato sfondato favorendo cosi l’ablazione per via nasale, ecc…) Sull’ablazione del cervello gli anatopatologi si sono interrogati a lungo poichè risultava difficile estrarre il cervello attraverso dei piccoli ferri provvisti di uncini alle estremità. In seguito a numerosi studi si è però ipotizzato che all’estremità di questi oggetti potevano essere poste delle bende, le quali, facilitavano l’asportazione del cervello.</li> </ul> <ul type="disc" style="margin-top: 0cm"> <li style="text-align: justify"><b><span style="color: black">Eviscerazione</span></b>: La nascita di questo passaggio si pensa sia avvenuta intorno alla III° dinastia. Infatti il primo corpo, oggi trovato, che presenta questo trattamento appartiene alla madre del faraone Cheope nella cui tomba sono stati rinvenuti i famosi vasi canopi. Per estrarre gli organi l’imbalsamatore incideva l’addome nel lato sinistro (generalmente). Attraverso questo taglio l’imbalsamatore poteva inserire il proprio braccio (nel quale teneva un coltello di selce per incidere) e asportava gli organi; cercando di lasciare il cuore.</li> </ul> <div style="text-align: justify; text-indent: -18pt; margin-left: 36pt"> </div> <ul> <li><b><span style="color: black">Primo lavaggio del corpo</span></b></li> </ul> <ul> <li><b><span style="color: windowtext">Trattamento dei visceri</span></b><span style="color: windowtext">: venivano posti nei vasi <b>Canopi</b> i quali a loro volta </span>erano riposti in uno scrigno il cui coperchio, generalmente era sormontato da una statua del Dio Anubi. Il termine vasi canopi fu inventato dai primi egittologi che li avevano erroneamente collegati a Copono il comandante della nave di Menelao al ritorno della guerra di Trovia. In genere i vasi erano fatti di alabastro, ma se trovarono sia di calcare, che di terracotta e anche di ceramica smaltata. Contenevano i visceri asportati dalle cavità del corpo durante la mummificazione. Venivano messi nella camera sepolcrale della tomba accanto al sarcofago. All’inizio i coperchi erano molto semplici, poi iniziarono ad assumere durate il Medio Regno forme più complicate; dal periodo ramesside in poi furono decorati con le teste dei quattro "Figli di Horo". Sui vasi erano riportati testi che ponevano ciascuno di essi sotto la protezione di una dea.</li> </ul> <ul> <li><b>Disidratazione del corpo</b>: La testimonianza dell’utilizzo del natron si ha dalla presenza di alcuni sacchetti di nylon contenenti questa sostanza rinvenuti all’interno dei corpi mummificati (questo per le mummie di epoca tarda). Per quanto riguarda le mummie più antiche non si ha alcuna testimonianza visiva sull’utilizzo del natron; ma studi istologici (effettuati sui tessuti delle mummie) hanno riscontrato un perfetto stato di conservazione del tessuto. Questo fa pensare all’utilizzo del natron. Il passaggio della disidratazione ha suscitato, nel tempo, diverse interpretazioni:</li> </ul> <div style="text-align: justify; text-indent: -18pt; margin-left: 36pt"> </div> <div style="text-align: justify; text-indent: -13.05pt; margin-left: 3cm"><span>o </span><b>Le ipotesi sulla SALAMOIA:</b> questa interpretazione in un primo momento riscosse una certa validità; in seguito per motivi archeologici fu abbandonata. Infatti, nel corso del tempo sono stati trovati numerosi utensili da imbalsamatore: coltelli per eviscerazione, recipiente per versare la resina nel cranio, accetta rituale per simulare il rito di apertura della bocca e tavole, di diversi materiali; generalmente alabastro, per imbalsamazione (alcune sono state trovate a Menfi, alcune di queste tavole sono molto grandi poiché servivano per imbalsamare animali). Proprio questo ultimo oggetto ha fatto decadere l’utilizzo della salamoia come mezzo di disidratazione poiché questo includeva l’utilizzo di vasche non di tavole (il corpo doveva essere immerso nel composto acquoso).</div> <div style="text-align: justify; margin-left: 3cm">L’idea della salamoia è parsa agli egittologi in seguito al ritrovamento di reperti di corpi disarticolati, ricomposti e bendati. Si pensava che questo accadesse in seguito alla presenza di grandi vasche in cui si mettevano numerosi corpi a disidratare per circa 40 gg. Si supponeva che probabilmente alcuni sacerdoti avendo dimenticato alcuni corpi sul fondo della vasca, corpi caratterizzati da un elevato stato di disidratazione soggetti a facile disarticolazione, abbiano poi provveduto a recuperare la mancanza ricomponendo il corpo e bendandolo. Questa teoria è stata poi sostituita da una più plausibile per cui la causa della disarticolazione, sarebbe dovuta a manipolazioni effettuate da saccheggiatori di tombe (I saccheggiatori sbendavano le mummie in cerca degli amuleti).</div> <div style="text-align: justify; margin-left: 3cm">Un altro ritrovamento che fece pensare alla salamoia come metodo di disidratazione è la scoperta di vasi canopi che contenevano del liquido; questo poi fu smentito in quanto si pensa che non sia altro che l’interazione tra acqua filtrata nel corso dei millenni con il sale nitro solido.</div> <div style="text-align: justify; text-indent: -13.05pt; margin-left: 3cm"><span>o </span><b>SALE ANIDRO:</b> è un’ipotesi compatibile con la tavola da imbalsamatore. Questa, prima di essere avvalorata è stata preceduta da numerosi esperimenti (fine 800 inizi 900). Uno dei più importanti fu l’esperimento di <i>Lucas</i>. Lo scienziato utilizzo 4 piccioni: uno lo mise in un barattolo con cloruro di sodio e acqua; un altro lo immerse nel natron con acqua; il terzo e il quarto lo copri uno con il cloruro di sodio e l’altro con natron. Il risultato fu che il primo piccione si era completamente disciolto, il secondo manteneva la forma ma emetteva miasmi terribili, gli ultimi due piccioni risultavano perfettamente essiccati. Tale esperimento sanciva che la disidratazione avveniva con il materiale solido non liquido.</div> <div style="text-align: justify; margin-left: 3cm">Secondo le scritture di Erodoto il corpo veniva trattato con il nitro per 70 giorni. Studi effettuati su cadaveri hanno però dimostrato che tale affermazione non era esatta, in quanto, il trattamento prolungato, avrebbe portato il corpo alla totale disidratazione; cioè ad un eccessiva rigidità tanto da non poter permettere l’esecuzione delle successive tecniche. Si è arrivati ad affermare, quindi, che il corpo veniva sottoposto al nitro per 40 giorni mantenendo cosi un certo grado di umidità per permette le successive operazioni. </div> <ul> <li><b><span style="color: black">Secondo lavaggio</span></b></li> </ul> <ul> <li><b>Riempimento del cranio e delle cavità addominale e toracica</b>: il riempimento avveniva con delle resine vegetali che venivano scaldate fino a renderle liquide e inserite nell’addome e nel cranio. Queste resine hanno caratteristiche idrofobiche e battericide. Molte di queste resine venivano utilizzate anche per trattare il corpo esternamente. Con il passare del tempo si hanno sempre maggiori informazioni sui composti che venivano usati per questo trattamento (es: cera d’api, cere miscelate con bitume, resine vegetali, ecc).Effettuando delle analisi sul cranio della mummia, e analizzando l’inclinazione della resina in esso contenuta, possiamo immaginare la posizione del copro al momento del trattamento. In alcuni casi l’inclinazione è tale da far pensare che il corpo fosse posto a testa in giù, invece si è capito che questo poteva ugualmente avvenire anche con il corpo in posizione orizzontale. Gli imbalsamatori, infatti, trattando il corpo già trattato con il natron (meno articolato e con i legamenti e muscoli più deboli); praticavano una leggera trazione alla testa e la inclinavano questo per facilitare l’immissione della resina.</li> </ul> <ul> <li><b>Trattamento particolare delle unghie, degli occhi e dei genitali:</b>per le unghie veniva utilizzato l’hennè, anche all’epoca si utilizzava dipingerle;per gli occhi, talvolta,venivano inserite delle cipolle e poi pitturate a mano. Per i genitali invece si ricorda la storia, di una divinità: Osiride, che fu gettata nel Nilo,e la sorella,andando a ripescare e recuperare il corpo trovò i genitali probabilmente mangiati da un pesce.</li> </ul> <ul> <li><b>Unzione e massaggio del corpo dopo la disidratazione</b></li> </ul> <ul> <li><b>Apposizione della placca di metallo sull’incisione del fianco</b></li> </ul> <ul> <li><b>Trattamento del corpo con resina</b></li> </ul> <ul> <li><b>Bendaggio</b>: l’esecuzione di questo passaggio è facile da individuare; è sufficiente sbendare la mummia e osservare come erano poste le bende.<b><span style="color: white"> </span></b>La complessa bendatura delle mummie più tarde conferì una più piacevole apparenza ma un inferiore stato di preservazione. Alcune volte le mummie, generalmente quelle di epoca più tarda, venivano avvolte in sudari.</li> </ul> <div style="text-align: justify">Le mummie del nuovo regno sono l’esempio della migliore tecnica di imbalsamazione, ad eccezione di Tutankhamen, nel quale l’eccessivo uso di balsami e resine ha portato a un risultato non dei migliori.</div> <div style="text-align: justify"> </div> <div style="text-align: justify">In <b><i>Ramesse II</i></b>, il corpo presenta dei teli di lino che sono però recenti. Nel braccio si possono vedere i segni lasciati dalle bende. Questi tipi di mummificazione volute dall’uomo, non spontanee ma indotte, hanno sempre una “traccia visibile”.</div> <div style="text-align: justify"> </div> <div style="text-align: justify">Un particolare tipico delle mummie del III° periodo intermedio è la presenza di numerose incisioni sul corpo. Attraverso queste incisioni gli imbalsamatori sollevavano la pelle e vi inserivano dei materiali (segatura, sabbia, bende, ecc…) questo con lo scopo di far mantenere una certa plasticità al corpo (per contrastare l’eccessiva disidratazione.</div> <div style="text-align: justify">La nascita di questo passaggio, si crede, sia da attribuire ai vari saccheggiamenti avvenuti; i quali portarono al disfacimento di molti corpi per recuperarne gli amuleti posti, dagli imbalsamatori, tra le bende. Gli imbalsamatori accorgendosi delle tombe depredate, decisero di ricomporre le mummie, questo gli permise di osservare il risultato della mummificazione e rimasero colpiti dall’eccessiva disidratazione che mutava radicalmente l’aspetto estetico del corpo; decisero quindi di provvedere a questa conseguenza.</div> <div style="text-align: justify">Il problema di questo passaggio è dato dal diverso comportamento del materiale inserito rispetto al corpo umano; il copro si disidratava la pelle si ritraeva mentre il materiale manteneva le sue caratteristiche, questo portava alla lacerazione della pelle (scoppiava).</div> <div style="text-align: justify">Un’altra particolarità legata al saccheggiamento delle mummie è dato dal trasporto delle stesse, da parte dei sacerdoti, in luoghi più riparati, segreti.</div> <div style="text-align: justify"> </div> <div style="text-align: justify">Nella tradizione faraonica il capo delle mummie era coperto da una maschera, o di legno o cartonage (fogli di papiro incollati con del gesso).</div> <div style="text-align: justify">L’elemento caratteristico delle mummie di epoca romana è l’abbandono delle maschere o delle bende dipinte che venivano sostituti da ritratti su tavola realizzati con la tecnica della cera ad encausto, idrofobico e abbastanza resistente (che veniva bloccato dalle bende).</div> <div style="text-align: justify">Generalmente questi ritratti vengono definiti i RITRATTI DEL  FAJYUM dal nome della zona in cui sono stati rinvenuti Fajyum a sud del Cairo.</div> <div style="text-align: justify"><i>Nel 1994 Robert Brier</i> studioso che imbalsamò un corpo umano seguendo le tecniche dell’Egitto del Nuovo Regno. Il risultato fu una mummificazione perfetta. Da questo derivò il suo nomignolo, Mr. Mummy.</div> <div style="text-align: justify"><b> </b></div> <div style="text-align: right"><i>Giovanna Mascaretti, diagnosta del restauro.</i></div> <p> </p>
Have your say!