Perchè -Faraone- ?

<P>Il titolo di "Faraone", assunto dai sovrani d’Egitto, ha il suo significato nell’etimologia della parola stessa. In egiziano "per-a’a" significava "grande casa", quindi palazzo. Questa denominazione si è tramutata nell’ebraico "par’ooh" e, da qui, nel greco "pharaò" e, poi, nel latino tardo Pharao e nell’italiano Faraone. Perciò," Faraone" voleva indicare chi stava nel Palazzo. Probabilmente, i primi Faraoni protodinastici erano gli unici ad abitare in una casa di pietra. Tutti gli altri, come si può vedere ancor oggi navigando sul Nilo,costruivano le proprie abitazioni con mattoni ricavati dal limo del fiume, disseccati al sole. Una curiosità: visto che la (dissennata) diga di Assuan impedisce al Nilo di portare il limo a valle, non c’è più la possibilità di fertilizzare il terreno con questo. Perciò, ad oggi, in alternativa ai fertilizzanti chimici, lo Stato egiziano sta comprando da chi ha ancora le case costruite così, questi mattoni tradizionali (questo è quanto mi è stato detto in loco!).<BR>Per indicare la loro regalità, tutti i primi Faraoni hanno il loro nome inserito nel "Serek", detto anche "nome di Horus". Questo è una cornice rettangolare, sovrastata dal falco di Horus, che, nella parte inferiore, riporta il disegno di una struttura architettonica in forme più o meno simili. Sopra a questa il nome del Faraone che, nelle prime dinastie, è molto semplice e solo fonetico: il serpente che si legge "Dj" con una "T" per Get, la mano "D" con una "N" per Den, un sole "Ra" con il segno "Neb" per Reneb, ecc. <BR><BR><IMG src="https://www.egittologia.net/imgdb/xfaraone%20.jpg"><BR><BR>È solo a partire dalla III Dinastia, con Djoser, che appare una seconda titolazione reale, quella dell’Horus d’oro, cui poi seguiranno le altre fino a comporre l’intero protocollo reale di cinque titolazioni: il Serek, il nome dell’ Horus d’oro, quello delle "due Signore" (Necbeth e Buto, l’avvoltoio ed il cobra), a simboleggiare l’unione dell’Alto e del Basso Egitto e che poi formerà il simbolo reale dell’Ureo, il nome "dell’Ape e del Giunco" (col medesimo significato del precedente) e quello del "Figlio di Ra", l’anatra con il sole. <BR><BR><IMG src="https://www.egittologia.net/imgdb/xfaraone2.jpg"><BR><BR>Mentre i primi tre titoli sono tutti inseriti in cornici rettangolari, gli ultimi due sono posti entro un laccio di corda stilizzato, annodato in basso. Sono questi i "cartigli" che costituiscono una specie di cognome e nome del Faraone. L’unico Faraone ad averne avuti sei è stato Tut-ankh-amon. Infatti, quando è salito al trono, nel suo cartiglio di "Figlio di Ra" il nome era Tut-ankh-aton, in omaggio all’eresia di Echnaton. In seguito alla restaurazione della religione tradizionale, questo primo cartiglio ebbe il simbolo che lo sovrasta girato nell’altro senso e venne inserito un nuovo cartiglio con il nome che conosciamo.<BR>Un’altra curiosità divertente è che, quando compriamo un oggetto che ci viene venduto come riportante il nome di Tut-ankh-amon, nove volte su dieci il cartiglio non è quello del "Figlio di Ra", più complicato da scrivere, bensì quello "dell’ape e del giunco" che, in questo caso, si legge "Neb-Kefrure" e che significa "molto importante portatore di luce"! <BR><IMG src="https://www.egittologia.net/imgdb/xfaraone3.jpg"><BR></P>

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