L’Osireion

<DIV align=justify>Citato da Strabone, che lo visitò nel 1° sec. A.C., venne riscoperto da Flinders Petrie e dalla sua assistente Margaret Murray nel 1903. Interrotti i lavori per mancanza di fondi, l’Osireion venne poi definitivamente portato alla luce da Naville nel 1914. Situato ad Abydos, dietro il tempio di Seti I e con lo stesso orientamento, viene spesso ignorato dalle guide che accompagnano i turisti, forse, anche perché queste non saprebbero rispondere alle loro domande. Oltretutto, quando, una decina d’anni fa, cercai di visitarlo, era al buio e piuttosto trascurato. Consta di un ipogeo, 15 m. al di sotto del livello del tempio di Seti I, costruito con enormi blocchi di pietra. Basandosi sulla sua tecnica costruttiva, Petrie lo classificò come " il più antico monumento in pietra dell’Egitto". Le sue caratteristiche architettoniche, infatti, sono estremamente simili a quelle del Tempio a valle della piana di Giza:. Semplice e austero, lungo ca. 60 M. e largo 22, vi sono impiegati blocchi di pietra lunghi fino a 7 m. e mezzo (!), pilastri monolitici di granito rosa ed enormi architravi. Il muro perimetrale misura ben sei metri di spessore ed, in questo, sono ricavate 17 nicchie a grandezza d’uomo. Al centro, sorge un plinto con 10 pilastri e due vasche, una rettangolare e l’altra quadrata. Tutto attorno, un fossato, senza pavimentazione e profondo tre metri, pieno d’acqua, che Strabone dice provenisse dal Nilo attraverso un condotto. <BR>Il monumento è completato da due camere trasversali, che riportano, sul soffitto, delle raffigurazioni astronomiche, databili a Seti I. Però, queste sono esterne al muro di sei metri e quindi, con tutta probabilità, costruite successivamente al nucleo principale. La presunta identificazione del monumento come cenotafio di Seti I venne più tardi, nel 1933, da parte di Frankfort, che si basò sulle decorazioni delle camere trasversali e su un ‘ostrakon’ sul quale è riportata la frase "Seti è al servizio di Osiride". Però, le camere trasversali non fanno parte della struttura più interna e, per quanto riguarda l’ostrakon, sarebbe un po’ come se gli archeologi del futuro volessero datare il Colosseo non sulla base della sua struttura architettonica, bensì sul ritrovamento, in loco, di un involucro di pellicola gettato da un turista, riportante la data di scadenza del 2002! Anzi, la frase riportata sul coccio si accorda molto di più con l’ipotesi che Seti abbia .reso un servizio ad Osiride (cui, in realtà, forse l’opera era dedicata), effettuando degli abbellimenti e dei restauri ad una costruzione molto precedente. <BR>Un altro elemento a suffragio di una notevole retrodatazione dell’Osireion è dato dalla scoperta del "pozzo di Osiride" nella piana di Giza. Anche qui un ipogeo che, al terzo livello di profondità, ha un plinto centrale (che, in questo caso, sorregge un sarcofago vuoto, con la copertura spostata) circondato dall’acqua, con, attorno, una serie di nicchie e cunicoli scavati nella roccia. <BR>Un concetto costruttivo completamente difforme da qualsiasi altro monumento conosciuto. L’Osireion quindi, ad oggi, resta una realtà piuttosto misteriosa. A chi fosse veramente dedicato (Osiride?), quali le sue funzioni di culto (celebrazioni per la ricomposizione del suo corpo?), a cosa servissero le vasche sul plinto centrale e, soprattutto, la sua datazione sono ancora interrogativi irrisolti. Purtroppo, a oggi, il monumento è sommerso da oltre 10 m. d’acqua di falda che, a causa della sua salinità, sta producendo gravi danni. Ci sono delle proposte di intervento, ma lo SCA non ha ancora preso una decisione in merito.</DIV> <DIV align=justify>&nbsp;</DIV> <DIV align=justify><STRONG>Gilberto Sozzani</STRONG></DIV>

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