L’italiano ad Alexandria

<p align="justify">Di guerre, terroristi islamici e kamikaze la TV e la stampa ne parlano quotidianamente, fino alla nausea. Non è da escludere che si voglia approfondire il “fossato” tra il vecchio continente e il vicino oriente. Nei secoli scorsi, oltre agli intensi scambi commerciali con l’Europa, le città arabe ospitavano comunità ebree, cristiane e copte che si sviluppavano e prosperavano senza vessazioni. <br /> Andiamo in Egitto a vedere un fatto molto positivo che riguarda direttamente la lingua italiana. <br /> Si trova al numero 1 di via Carducci al primo piano di un palazzo signorile di stile europeo, nell’elegante quartiere Azarita, dove ha sede anche il Municipio. Siamo nel centro storico di Alexandria d’Egitto, nei pressi vi sono negozi di fiori, d’antiquariato e di mobili. Si tratta della scuola di lingua italiana “Dante Alighieri” molto conosciuta, stimata e forse tra le più vecchie della città. Qui ogni anno circa 1.000 studenti egiziani imparano la lingua del sommo poeta. La struttura scolastica rimane aperta tutto l’anno, le lezioni si svolgono il pomeriggio e la sera. La scuola è spaziosa, idonea ed è fornita di una videoteca e di una biblioteca munita di dizionari, enciclopedie e libri vari. Possono iscriversi tutti dai 12 anni in su; la maggioranza è costituita da studenti universitari, ma vi partecipano anche professionisti quali insegnanti, avvocati e medici. Gli iscritti ai corsi frequentano due lezioni a settimana della durata di due ore ciascuna. Il corpo insegnante è interamente al femminile, tra loro vi sono due italiane. <br /> Un ciclo dura tre mesi e in tutto ci sono sei livelli di grammatica. Oltre alle lezioni di conversazione di livelli elementari, medi e avanzati, si tengono anche corsi specializzati per il turismo, l’egittologia, la contabilità, ecc. I corsi di conversazione, traduzione ed egittologia si articolano su sei livelli.<br /> Ci fa da guida virtuale la prof.ssa Anna Rossi del Cairo, una bella ragazza che adora la musica classica e lirica italiana dove “trova qualcosa” per i suoi stati d’animo e ci sente il riflesso di tutti i suoi sentimenti. Apprezza la cordialità degli italiani, che non ha trovato in molte altre nazionalità, virtù che agevola notevolmente le amicizie. <br /> In un’epoca nella quale la lingua inglese ha assunto una predominanza globale mi viene spontaneo domandargli come mai i suoi connazionali decidono di studiare l’italiano. Nelle scuole pubbliche egiziane s’insegnano l’arabo e l’inglese, in quelle private in più anche il francese o il tedesco. Anna mi risponde che agli egiziani è sempre piaciuta la lingua italiana, soprattutto perché, dalla metà dell’Ottocento (costruzione del canale di Suez, ecc.) e per circa un secolo, migliaia d’immigrati italiani si sono stabiliti in varie città egiziane, particolarmente ad Alexandria, al Cairo e a Porto Said. Questi italiani hanno portato con sé la loro cultura e la loro lingua che è poi penetrata nel linguaggio locale, al punto che ancora oggi nel dialetto egiziano parlato di quelle città vi sono risonanze di parole italiane. <br /> Molti studenti della scuola hanno deciso di imparare l’italiano per motivi più pratici. L’enorme sviluppo turistico delle località sul mar Rosso, sia nella penisola del Sinai (Sharm el Sheikh) che del continente (Hurghada), hanno creato una grande richiesta di personale specializzato nel settore.<br /> I numerosi giovani egiziani che ambiscono trovare lavoro in quelle splendide località balneari devono conoscere almeno due lingue straniere. La presenza di un’altissima percentuale di turisti italiani ha fatto sì che la nostra lingua occupi la prima posizione tra quelle da apprendere. <br /> La musicalità dell’italiano attira i giovani egiziani sin dall’inizio, poi un altro elemento importante è l’affinità della cultura italiana alla loro. Molti giovani visitano l’Italia durante le vacanze estive, diversi hanno dei familiari o parenti che vivono nella nostra penisola e moltissimi altri sognano di lavorarci. Agli egiziani piace l’Italia e gli allievi della scuola Dante Alighieri d’Alexandria d’Egitto l’amano più di quasi tutti gli altri paesi stranieri. I luoghi noti agli allievi non sono molti: tutti conoscono Roma e altri hanno sentito parlare di Venezia, le cui strade sono d’acqua, di Firenze, Bologna, Milano e Napoli. La Sicilia è un po’ più conosciuta, essendo stata sotto il dominio arabo per circa 150 anni. Nella terra dei faraoni quando si parla dell’Italia si pensa subito alla cucina italiana, cioè alla pasta ed alla pizza, ma anche all’arte, alla musica, all’opera lirica, alla moda ed alle automobili.&#160; <br /> Gli usi e costumi italiani non sono poi tanto diversi da quelli egiziani, per questo gli studenti alessandrini raramente rimangono sorpresi. Non vi sono quindi barriere culturali tra i due popoli mediterranei che intralciano le lezioni.<br /> Le informazioni sull’Italia provengono dai libri di testo o dalla televisione italiana. Quando gli studenti hanno la possibilità di conoscere di persona turisti italiani riescono a farsi un’idea più viva e reale della nostra penisola. <br /> Anche per loro Internet rappresenta una fonte inesauribile d’informazioni e di cultura. I giovani egiziani, cosi come quelli d’altre nazionalità, si sono resi conto di questo fatto e si servono della Rete per i loro studi, per informarsi, per far conoscenza e comunicare con giovani di tutto il mondo. Questo è uno dei motivi che stimolano i ragazzi ad imparare le lingue straniere. <br /> Al termine dei corsi, gli studenti d’italiano si mettono alla ricerca di un posto di lavoro dove possono mettere a profitto le nuove conoscenze linguistiche. Essi trovano impiego soprattutto nel campo del turismo, del commercio e della traduzione.&#160; <br /> Gli allievi della scuola sono buoni conoscitori della storia araba e sufficienti di quella egizia, ma non conoscono a fondo la storia europea o occidentale. Ovviamente non possono dimenticare l’illustre fondatore d’Alexandria e sono consapevoli del suo passato di oltre 23 secoli. <br /> Plutarco scrisse che il poeta Omero apparve in sogno ad Alessandro Magno. Il macedone, seguendo le sue indicazioni, il 7 aprile dell’anno 331 a. C., fondò la città dove sorgeva l’antico villaggio egizio di Rhakotis: tra la costa mediterranea, il lago Maryut e la bocca canopica del Nilo di Abukir. La città, progettata dall’architetto Dinocrate, si sviluppò, divenne cosmopolita, arricchendosi dell’apporto delle diverse culture tanto da essere definita “luogo più colto della Terra”. Famosi erano il suo Museo, il “Pharos” e la grandissima biblioteca (ricostruita ex novo ed inaugurata nell’ottobre 2002).&#160; Capitale sotto i Tolomei, Alexandria possedeva due porti: l’Eunostos ad occidente e il Porto Grande ad oriente. <br /> Durante il viceré Mohamed Alì (1769 – 1849) tutti gli atti ufficiali erano stilati in italiano, che era usato anche nei Tribunali Misti, s’insegnava nelle scuole e si parlava persino tra i marinai. Nel 1869 Alexandria divenne il 4° porto del Mediterraneo dopo Istanbul, Marsiglia e Genova. <br /> I violenti cannoneggiamenti inglesi del giugno – luglio 1882 causarono alla città notevoli distruzioni; vi risiedevano allora 12.600 italiani. <br /> Nei primi decenni del secolo scorso la città raggiunse notevole splendore: architetti europei, tra i quali si distinsero gli italiani Antonio Lasciac, Ernesto Verrucci e Mario Rossi, l’abbellirono di splendidi palazzi pubblici e privati, monumenti, moschee, ecc.<br /> Prima dell’ultimo conflitto mondiale la comunità italiana, seconda solo a quella greca, era salita a 25.000 persone. <br /> Dal 1966 nelle acque della baia d’Alexandria sono state avviate campagne di ricerca ad opera di archeologi e subacquei franco-egiziani, ne sono seguite scoperte eccezionali: reperti e resti di costruzioni ivi accumulati da abbassamento del suolo e terremoti, tra cui uno dei 20 grandi blocchi che formavano il primo faro della storia.<br /> La città, che ha dato i natali al poeta Giuseppe Ungaretti (Ungretti all’anagrafe), oggi ha cinque milioni di abitanti; d’estate il traffico diventa caotico a causa dell’afflusso dei cittadini del Cairo che vi trascorrono le vacanze estive. Il viaggiatore attento non vi trova tutti i siti archeologici e i luoghi delle epoche passate che vorrebbe vedere: la vera storia della città si trova letteralmente sotto i piedi e gli edifici. <br /> Dal 20 novembre al 2 aprile di ogni anno la città è interessata da 19 temporali (non tutti piovosi) per la durata complessiva di 66 giorni, con la caduta di 124,4 mm di pioggia. Fatto davvero curioso: tutti hanno un loro nome!</p> <p align="right"><strong>Eno Santecchia</strong></p>

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