Le Tombe di Beni Hasan

<DIV align=justify>Sulla riva destra del Nilo, poco sopra Tell-el-Amarna e quasi di fronte ad Hermopolis, vi è un’importante necropoli risalente al periodo tra l’XI e la XII Dinastia. Il luogo, che al tempo era parte del XVI Nomos, è ora chiamato Beni Hasan. Le tombe trovate sono ben 39, scavate nella roccia di un dirupo ed appartengono ai "nomarchi", personaggi che, dal vuoto di potere precedente il Medio Regno, governavano effettivamente i Nomoi (in questo caso, quello dello Sciacallo e quello della Gazzella) e lì venivano sepolti, indipendentemente dal luogo di sepoltura del Faraone. Tra queste, dodici sono particolarmente interessanti in quanto costituiscono una preziosa testimonianza della vita provinciale in questo particolare periodo storico che risale a ca. 2100 a.C. <BR>Queste tombe sono spesso precedute da un portico scavato nella roccia, con colonne poliedriche non scanalate, che precede una o più sale ipostile. <BR>Le decorazioni di queste ultime sono particolarmente interessanti, anche se di difficile conservazione e restauro perché dipinte su stucco. Ci sono le consuete raffigurazioni di scene agricole, di navigazione sul Nilo e di artigiani al lavoro, ma anche scene di addestramento militare, di caccia nel deserto in cui compaiono anche animali fantastici: un leone con la testa di serpente ed un drago alato con la test di falco. Poi, c’è anche la raffigurazione di una carovana di 34 asiatici, donne e bambini, che portano tributi all’epoca del regno di Sesostri II. <BR>Le tombe aperte al pubblico sono quelle di Baquet III, gran dignitario della Gazzella, di Khnumhotep III, particolarmente ricca, e di Amenemhet con la consorte Hepetet, sacerdotessa di Hathor. vissuto al tempo di Sesostri I. <BR>In quest’ultima tomba ci sono anche raffigurazioni di scene di guerra e di sport violenti, quali lotta e pugilato. <BR>Per cui, non è vero che, come a suo tempo è stato risposto ad una mia domanda specifica sul Forum del sito, che in Egitto non siano mai esistiti sport competitivi. A poca distanza da queste tombe, c’è poi un tempio rupestre, fatto costruire da Hatshepsut, dedicato alla Dea locale Pakhet, identificata, in epoca greca, con Artemide. Qui, i cartigli di Hatshepsut vennero poi sostituiti con quelli di Tutmosis III (come dovunque!) e, successivamente, con quelli di Seti I (anche lui, in fatto di appropriazioni, si è dato da fare!). </DIV> <DIV align=justify>&nbsp;</DIV> <DIV align=justify><STRONG>Gilberto Sozzani</STRONG></DIV>

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