Le camere di “scarico” nella Grande Piramide

<p align="justify">Partendo dall’alto, si ha prima una capriata formata da grandi massi disposti obliquamente e, sotto a questa, quattro serie di grossi lastroni orizzontali, intervallati da spazi vuoti, di cui l’ultimo forma il soffitto della camera del Re.&#160; Questi spazi sarebbero le&#160; cosiddette “camere di scarico”.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Ora, le leggi della fisica statica non sono un’opinione e ci dicono che, in presenza di una capriata, la forza costituita dal peso sovrastante si distribuisce per la quasi totalità lungo gli elementi verticali che la sostengono e, in parte minore, verso l’esterno dove continua a degradare quando incontra altri elementi verticali. (fig. 1)</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Anche il peso dei lastroni orizzontali, appoggiati solo alle estremità, grava unicamente in verticale e quindi non influisce sulla stabilità delle pareti della camera sottostante.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Qualora si volesse ipotizzare che, se invece di questa struttura, il peso di un complesso senza spazi vuoti sarebbe tale da far crollare il soffitto della camera, non si capisce perché la capriata sia stata posta sopra la struttura e non sotto, a diretto contatto con il soffitto. Infatti, volendo alleggerire il peso sulla capriata, il complesso lastroni orizzontali/spazi vuoti, andava collocato sopra la capriata stessa e non sotto, dove non ha alcuna ragione statico/strutturale. (fig. 2)</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify"><img width="113" height="188" border="0" title="camere di scarico" alt="Figura 2 " src="/Portals/0/Articoli_pubblici/gs_camere2.jpg" /></p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Un’ipotesi potrebbe essere quella che, lateralmente a questa struttura i possano esistere degli spazi riempiti con materiale composito diverso dai massi che costituiscono la parte della piramide a noi visibile, quale sabbia, detriti o altro che, come si può vedere quando si riempie un sacchetto di plastica con dello zucchero, scarica il suo peso sia in basso che lateralmente. Questo potrebbe esercitare una spinta laterale verso le pareti del complesso, facendole crollare verso l’interno.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">In questo caso, i lastroni orizzontali potrebbero essere dei contrafforti, ma, per esercitare la loro funzione, dovrebbero appoggiarsi a dei pilastri verticali di contenimento (nello schizzo, ho raffigurato, per semplicità, solo un lato ed i pilastri sono quelli più scuri), altrimenti non servirebbero a niente. (fig. 3)</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">&#160;</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify"><img width="142" height="189" border="0" alt="gs_camere3.jpg" src="/Portals/0/Articoli_pubblici/gs_camere3.jpg" /></p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Di questi pilastri di contenimento, allorché Vyse è entrato negli spazi tra i lastroni orizzontali, non è stata trovata alcuna traccia, per cui l’ipotesi non mi sembra proprio plausibile.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Inoltre, questi lastroni orizzontali hanno spessori variabili – da 90 a 180 cm. – e quindi con fattori di resistenza che variano del 100% e, in più, sono lisciati solo nel lato inferiore, non di calpestio, senza alcuna ragione statica. Forse, solo per poterli trascinare meglio durante la messa in opera.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">&#160;</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">In conclusione, appare evidente che l’intera struttura nulla ha a che fare con problemi di statica costruttiva e, quindi, non “scarica” un bel niente.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">D’altro canto, i costruttori egizi erano estremamente abili e, certamente, non facevano le cose a caso. Basti pensare al “rientro” lungo gli apotemi delle facciate delle tre piramidi di Giza, che dà loro maggiore stabilità, per rendersi conto dell’altissimo livello delle loro progettazioni e realizzazioni.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Tra l’altro, contrariamente a quanto avevo a suo tempo detto, in queste tre piramidi non vi è alcuna inclinazione dei corsi di massi verso l’interno. Questa tecnica costruttiva, utilizzata nella piramide a doppia inclinazione di Snofru a Dashur, non è stata più adottata nelle opere successive e già nella piramide “rossa” i corsi dei blocchi sono perfettamente orizzontali.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Per cui, se è stata costruita così, questa struttura aveva certamente una ragione. Ma questa non va ricercata nell’ambito della fisica statica con cui nulla ha a che fare.</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify">Forse, in quello simbolico, religioso o rituale. Chissà!</p> <div align="justify">&#160;</div> <p align="justify"><strong>&#160;Autore: Gilberto Sozzani</strong></p>

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