Ipotesi sulla grande piramide

<P>Gli archeologi devono (o almeno dovrebbero) basarsi su aspetti concreti e scientifici nel formulare delle teorie, anche per non perdere credibilità in un mondo in cui si è sempre esposti a feroci critiche non appena si esce, anche di poco, da quanto asserito dall’archeologia classica. Però, dato che io sono solo un appassionato e non un archeologo e non ho niente da difendere, posso anche sbizzarrirmi nell’elaborare teorie alternative. Quindi, mi permetto di avanzare queste ipotesi sulla Grande Piramide, detta di Cheope. <BR>Sono personalmente convinto che sia un’opera architettonica che è stata realizzata in varie fasi successive. Infatti, osservando il disegno dello spaccato noto: <BR>1 – Esiste una camera ipogea, allo stato grezzo, nella quale è presente un pozzo. Si trova a circa 30m. sotto il livello del suolo e vi si accede tramite un lungo corridoio obliquo, anch’esso non rifinito. La presenza del pozzo mi fa pensare ad una ritualità completamente diversa da quella seguita dagli Egizi in tempi storici, più simile a quella riscontrata nella cosiddetta "tomba di Osiride", recentemente scoperta in zona, e a quella dell’Osireion di Abydos. Di conseguenza, presumibilmente, questa camera è stata realizzata in tempi molto precedenti al 2550 a.C. <BR>Perciò, ipotizzo una prima struttura, forse ricoperta da un tumulo, in cui, forse, è anche possibile siano penetrati dei profanatori, scavando, dall’alto, il primo tratto del condotto verticale che sbuca nel corridoio discendente. <BR>2 – La camera della regina, che non presenta strutture di scarico sovrastanti, è al termine di un passaggio orizzontale che si apre sul corridoio ascendente, ma nessuno di questi due passaggi è particolarmente monumentale. Ci sono poi gli stretti condotti, detti di aerazione, che puntano verso l’esterno, ma non vi giungono. E questo mi fa pensare ad una seconda struttura, costruita posteriormente sulla precedente. <BR>3 – La grande galleria, di una monumentalità impressionante, che porta alla camera del re (che si trova in posizione disassata rispetto alla perpendicolare della piramide), parte solo dal livello della camera della regina e non si comprende, perciò, il perché di questa evidente distonia con il tratto precedente. Se la sua costruzione fosse stata realizzata contemporaneamente alla camera della regina, la monumentalità, secondo logica, avrebbe dovuto iniziare fin dal tratto più in basso. L’unica spiegazione, a mio parere, è che si tratti di una terza fase costruttiva, con una sua particolare progettazione, come risulta evidente anche dalla presenza delle camere di scarico. In questa fase, probabilmente, è stata realizzata anche la curva del condotto cosiddetto di "aerazione" che parte dalla camera della regina e che, altrimenti, sarebbe sboccato nella stessa grande galleria. La piramide, in questa fase, avrebbe potuto assumere anche esternamente la sua forma definitiva, che comprende il leggero rientro delle facce esterne, lungo l’apotema dei quattro triangoli, per assicurare una maggiore compattezza e resistenza alla struttura nel suo complesso. <BR>Pure le iscrizioni trovate da Vyse e che riportano il nome di Khufu sono presenti solo nelle camere di scarico superiori. Perciò, possono essere considerate sì come una datazione, ma solamente di questa parte della Grande Piramide! <BR>4- Il condotto verticale che va dal passaggio per la camera della regina al corridoio discendente e che viene erroneamente definito "condotto dei ladri" (cosa impossibile, data la mancanza di passaggi con l’esterno), credo sia stato anch’esso realizzato in tempi diversi. Infatti, presenta un tratto obliquo alla metà del suo percorso che, altrimenti, non avrebbe ragion d’essere. Dato il suo inesistente grado di finitura, doveva avere solo scopi pratici. Escluderei che sia servito per l’eliminazione di detriti nel corso dell’opera. Il passaggio ascendente attiguo, era ancora aperto e quindi non solo sarebbe stato uno scavo laborioso ed inutile e che avrebbe poi costretto a risalire, con il peso dei detriti il corridoio ipogeo, ma, dato il suo tratto obliquo, c’era anche la forte possibilità di un intasamento dello stesso. In definitiva, credo sia stato completato solo per l’evacuazione degli operai che hanno provveduto, dall’interno, al blocco del corridoio ascendente. <BR>5 – La cima della piramide presenta uno spazio vuoto di vari metri di lato. C’è chi dice che la struttura è rimasta incompiuta e che quello era lo spazio previsto per la pietra "ben-ben". A parte il fatto che una pietra di quelle dimensioni avrebbe posto problemi di trasporto e collocazione che credo insormontabili, per sistemarla avrebbero dovuto essere ancora presenti delle rampe o quant’altro per sistemarla in situ. Invece, le pareti della piramide sono già completamente rifinite. Per cui, a mio parere, in questo luogo doveva essere stata prevista, durante la costruzione, la collocazione di qualcosa di diverso (la struttura a "ged" di cui parla Pincherle, una statua del Faraone, un obelisco?) di cui ad oggi non resta traccia, forse perché mai eretta. <BR>In definitiva, quando si prendono in considerazione opere così antiche che, chiaramente, non sono state fatte in tempi brevi, si propende a considerarle un tutt’uno, mentre le realtà possono essere molte e anche aver interagito tra loro. Rifacimenti, alternanze di progettazione, imprevisti, restauri, cambi di finalità, errori e quant’altro può succedere nel corso del tempo. Ricostruire passo-passo quanto si è verificato realmente nel tentativo di dare una progressione logica ed omogenea allo svolgersi di un opera di tali proporzioni, credo sia praticamente impossibile. Per cui, non c’è che prendere atto delle possibili incongruenze che si possono incontrare qui e là ed accontentarsi, in mancanza di nuove prove, di formulare le ipotesi più logiche e credibili basandoci solo su quanto abbiamo sotto gli occhi. <BR>E questo è quanto, nel mio piccolo, ho cercato di fare. </P> <P><STRONG>Gilberto Sozzani</STRONG></P>

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