I cartoni animati Abu Simbel

<DIV align=justify>Il Tempio di Ramsete II ad Abu Simbel e quello contiguo, dedicato alla moglie Nefertari, qui personificata come la dea Hathor, furono, negli anni ’60, tagliati in blocchi e rimontati, da imprese italiane, nel corpo di una collina artificiale, 40 m. più in alto. Questo fu necessario, come per il tempio di File ad Assuan (che, però è stato ricostruito su un’isoletta diversa dall’originale), in conseguenza alla formazione del lago Nasser causato della diga di Assuan. Tra l’altro, visto che è impensabile che Il tempio di Ramsete, esplorato per la prima volta da Belzoni nel 1817, sia stato costruito in mezzo alla Nubia, totalmente isolato, chissà quanti altri siti di interesse archeologico sono stati sommersi da questo lago che, oltre ad essersi dimostrato abbastanza inutile, crea delle infiltrazioni d’acqua sotterranee che stanno minacciando la buona conservazione delle tombe di Luxor e impediscono al limo fertile (il Khemi, che dava il nome all’antico Egitto) -però anche ai coccodrilli- di raggiungere le zone maggiormente coltivate del paese. <BR>Sulla parete sinistra della sala ipostila, entrando nel tempio, si trova un bassorilievo a glorificazione di Ramsete II nella battaglia di Quadesh. Il Faraone è raffigurato su un carro in corsa, attorniato da altri carri più piccoli, mentre tende l’arco. L’assoluta modernità di questo bassorilievo è che, per dare la sensazione del movimento e della velocità, i cavalli hanno più zoccoli del reale, in diverse posizioni, come nella tecnica dei cartoni animati d’oggi, secondo la quale, con vari disegni successivi, si crea il movimento. Un’idea grafica, per l’epoca, assolutamente geniale, ripetuta anche nella raffigurazione della tensione dell’arco del Faraone. <BR>Un’altra particolarità che testimonia quanto fosse evoluta la tecnica coatruttiva degli Egizi è che il 21 Febbraio, giorno in cui, a quella latitudine, il sole è allo zenit (siamo quasi al Tropico del Cancro), un raggio di sole penetra nel tempio, lo attraversa in tutta la sua lunghezza di circa 60 metri passando per le diverse sale costruite ‘a telescopio’, fino ad illuminare le statue di Ammon-Ra, Ptah, Ramsete II (deificato) e di Horus (nella personificazione di Ra-Harakhte), poste nel sacello terminale. Dato che questo "sancta-sanctorum" aveva, al tempo, il pavimento ricoperto di electron (una lega di oro e argento, utilizzata anche per ricoprire la sommità degli obelischi), ci si può immaginare quale fantasmagorico effetto di luce ne poteva scaturire. Il fenomeno si ripeteva, poi, il 21 di Ottobre. <BR>La cosa abbastanza divertente è che, nella attuale ricostruzione del tempio, nonostante tutta la nostra moderna tecnologia, il fenomeno si ripete sì .ma solo nel giorno successivo alle date originali! </DIV> <DIV align=justify>&nbsp;</DIV> <DIV align=justify><STRONG>Gilberto Sozzani</STRONG></DIV>

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